A partire dai 30 anni, il cervello inizia a perdere ogni giorno un certo numero di cellule a causa di un processo naturale chiamato apoptosi (morte cellulare programmata). Inizialmente, la perdita è minima, ma dopo i 70 anni può arrivare fino a 100.000 cellule al giorno. Questo porta a una riduzione fino al 10% del peso cerebrale e al 20% del rifornimento di sangue entro i 75 anni.
Oltre alla perdita di cellule, si osserva anche una riduzione dei dendriti (le connessioni tra le cellule nervose), oltre alla comparsa di alterazioni strutturali come le placche senili e i gomitoli neurofibrillari, legati a fenomeni degenerativi.
Nonostante questi cambiamenti, il cervello ha una grande capacità di adattamento. Possiede un numero di cellule nervose molto superiore a quello strettamente necessario per svolgere le sue funzioni, creando una sorta di riserva. Se alcune cellule muoiono, altre possono prendere il loro posto senza compromettere le capacità cognitive.
Inoltre, il cervello ha due proprietà fondamentali:
1. Plasticità – Alcune cellule possono imparare nuove funzioni se quelle originariamente responsabili vengono danneggiate. Ad esempio, dopo un ictus, si può recuperare in parte l’uso di un arto paralizzato.
2. Flessibilità – Il cervello si modifica in base alle esperienze e all’attività svolta. Un pianista, un pittore e un matematico avranno configurazioni cerebrali diverse.
L’esercizio mentale, proprio come quello fisico, aiuta a mantenere i neuroni attivi e migliora la struttura del cervello.