luigifracassi.com

© luigifracassi.com

Il sonno

10/02/2025 17:48

Luigi Fracassi

DALLA RICERCA SCIENTIFICA, sonno, sogni, anziani,

Il sonno

Il sonno è un complesso fenomeno biologico

Il vero significato del sonno non è ancor oggi completamente conosciuto. Quello che si può dire con certezza è che esso non rappresenta, banalmente, un periodo di inattività, destinato al riposo del corpo e della mente; al contrario, è un complesso fenomeno biologico, che pur caratterizzandosi per una particolare modificazione della coscienza, consente il mantenimento di una attività psichica, durante la quale vengono elaborati i dati della memoria, vengono organizzate le esperienze e progettate esperienze future.

Sotto il profilo somatico, l'organismo va incontro ad una riduzione di attività della maggior parte delle funzioni: il ritmo cardiaco e respiratorio rallentano, la pressione arteriosa si riduce, il tono muscolare e la temperatura corporea si abbassano.

Queste modificazioni di attività, sia psichiche che somatiche, non sono tuttavia continue, bensì periodiche.

Lo studio dei fenomeni bioelettrici ha, infatti, già da molto tempo, dimostrato che, durante il sonno, il nostro cervello attraversa differenti condizioni funzionali, che, schematicamente, si possono ricondurre a due stati:

il sonno rapido, o desincronizzato, o sonno REM (Radip Eye Movements), così definito in quanto caratterizzato da rapidi movimenti oculari;

il sonno lento, o sincronizzato, o non-REM (non associato cioè a rapidi movimenti oculari).

 

Durante il sonno non-REM si verifica un rallentamento del ritmo cardiaco e respiratorio, con tono muscolare abbastanza conservato; durante il sonno REM il tono muscolare è pressoché abolito, mentre il ritmo cardiaco e respiratorio presentano una accentuata irregolarità.

Il risveglio provocato durante il sonno REM dà luogo, in un'alta percentuale di casi, al racconto di un sogno, mentre il risveglio provocato durante il sonno non REM solo raramente comporta la presenza di sogni, come se i contenuti psichici del cervello dormiente fossero molto simili ai pensieri normali, cioè privi delle caratteristiche allucinatorie del sogno.

Qualità e quantità del sonno subiscono costanti variazioni durante i vari stadi della vita, variazioni che sono da considerare del tutto fisiologiche.

Nell'anziano si assiste ad un aumento del tempo di addormentamento, del numero e della durata dei risvegli, con conseguente riduzione della durata del tempo di sonno totale. Peculiari nell'anziano sono i risvegli parziali brevi, della durata di 10 secondi, ma frequentissimi nel corso della notte, di cui non si conserva alcun ricordo al mattino. Alla riduzione quantitativa si associano modificazioni qualitative: le onde lente, che caratterizzano le fasi più profonde, si riducono in ampiezza e numero; si riduce anche la durata della fase REM.

 

Ricordiamo infine che, in età avanzata, sono particolarmente frequenti, nel sonno, disturbi della respirazione, anche in assenza di insufficienza respiratoria diurna: tra questi il russamento, spesso dovuto ad ostruzioni meccaniche o funzionali delle vie aeree superiori.

Con l'età aumentano le "allucinazioni ipnagogiche", quali ad esempio "vedere una persona che non c'è" o "sentire una voce od una musica inesistente". Possono presentarsi al risveglio o nella fase di addormentamento. Il soggetto avverte che queste rappresentazioni visive od acustiche si discostano dalle percezioni quotidiane ed hanno caratteristiche che le avvicinano ai sogni. In genere non presentano significato patologico.

I sogni veri e propri non cambiano con l'aumentare dell'età. Alcuni sognano o meglio ricordano molto dei loro sogni, altri poco: nel sogno uomini e donne continuano ad esprimere, in forma rielaborata e spesso di non immediata comprensione,gli elementi più significativi della loro vita passata, della loro realtà attuale, delle loro speranze o paure.