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L'arte della cura - Breve storia della Geriatria (4)

08/02/2025 09:00

Luigi Fracassi

L'ARTE DELLA CURA, vecchiaia, salute, antichità,

L'arte della cura - Breve storia della Geriatria (4)

Breve storia della Geriatria

Alla fine del 1700 ebbe particolare fortuna un'opera intitolata "Macrobiotica", di Christoph Wilhelm Hufeland (1762-1836),
professore di clinica medica a Jena. Hufeland, sostenitore della vaccinazione jenneriana, venne nominato medico reale nel 1800 ed ebbe tra i suoi pazienti personaggi illustri, quali Goethe e Schiller. Per prolungare l'esistenza e vivere in buona salute, l'autore consigliava l'accurata igiene del corpo, con un bagno completo almeno una volta alla settimana, la cura dei denti da effettuarsi con spazzolino e dentifricio; consigliava di dormire non superando le otto ore e molto moto all'aria aperta per almeno un'ora al giorno. Cogliendo l'importanza dell'aspetto psicologico, affermava che quanto più si conduce una vita attiva e serena, tanto maggiori saranno le possibilità di raggiungere una età avanzata. Contemporaneo di Hufeland fu George Cheyne che, nel trattato "An essay on health and long life" pose l'accenno sui danni derivanti dalla smodata assunzione di cibo e dalla mancanza di attività fisica.
Nel 1800 Domenico Antonio Mandini pubblicò un'opera ricca di intuizioni originali dal titolo “La vecchiezza”.

Sottolineava l'importanza della ereditarietà, affermando che il dono di invecchiare si deve in gran parte alla salute dei genitori; indicava nell'indurimento delle arterie una delle cause dell'invecchiamento; invitava, infine, alla moderazione, come regola igienico-morale fondamentale per una "prosperosa vecchiezza" ed a prepararsi alla vecchiaia fin da adulti.
Nel 1804 John Sinclair, nel suo trattato in quattro volumi "Code of health", compendiò tutte le opere sull'invecchiamento fino a quel momento note. Nel 1817 Anthony Carlisle si soffermò sui problemi chirurgici dei soggetti anziani, sottolineando che "le operazioni troppo rischiose non devono essere praticate nei vecchi, a causa della riduzione della loro vitalità".