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L'arte della cura - Breve storia della Geriatria (1)

08/02/2025 09:00

Luigi Fracassi

L'ARTE DELLA CURA, vecchiaia, salute, antichità,

L'arte della cura - Breve storia della Geriatria (1)

Breve storia della Geriatria

Il primo accenno ad una medicina della vecchiaia si trova nella testimonianza dello scriba egiziano Ptah-Hotep, risalente al 4500 a.C. e contenuta nel Papiro di Smith. Essa contiene una impitosa descrizione dell'età senile: "Come è penosa la fine del vecchio! S'indebolisce un po' per giorno: gli si abbassa la vista; gli orecchi diventano sordi; la forza declina; il cuore non ha più riposo; la bocca diventa silenziosa. Le facoltà intellettuali diminuiscono e gli diventa impossibile ricordare oggi ciò che è accaduto ieri. Tutte le sue ossa dolgono. Le occupazioni a cui si dedicava prima con piacere diventano faticose, e quel che avevano di piacevole sparisce. La vecchiaia è il peggior malanno che possa affliggere un uomo".
Nel papiro di Ebers, Imhotep, predecessore spirituale di Ippocrate, dedica un lungo paragrafo ai problemi dell'invecchiamento e, tra le patologie senili, sottolinea la tortuosità e la calcificazione delle arterie, nonché la tendenza allo sfiancamento del cuore.
Ippocrate, vissuto 83 anni, dal 460 al 377 a.C., fu il primo a paragonare le tappe della vita umana alle quattro stagioni dell'anno: la vecchiaia era naturalmente l'inverno. Egli fece propria la teoria pitagorica dei quattro umori: sangue, flemma, bile gialla ed atrabile.
Nel libro degli "Aforismi" raccolse molte osservazioni sulle malattie dei vecchi: “Hanno bisogno di meno nutrimento dei giovani. Soffrono di difficoltà respiratorie, di catarri che provocano accessi di tosse, di disuria, di dolori alle articolazioni, di malattie dei reni, di vertigini, di apoplessia, di cachessia, di prurito diffuso, di torpori. La vista e l'udito si abbassano.”